Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani (Rm 10,8-13)

Fratelli, che cosa dice [Mosè]? «Vicino a te è la Parola, sulla tua bocca e nel tuo cuore», cioè la parola della fede che noi predichiamo. Perché se con la tua bocca proclamerai: «Gesù è il Signore!», e con il tuo cuore crederai che Dio lo ha risuscitato dai morti, sarai salvo. Con il cuore infatti si crede per ottenere la giustizia, e con la bocca si fa la professione di fede per avere la salvezza. Dice infatti la Scrittura: «Chiunque crede in lui non sarà deluso. Poiché non c’è distinzione fra Giudeo e Greco, dato che lui stesso è il Signore di tutti, ricco verso tutti quelli che lo invocano. Infatti: «Chiunque invocherà il nome del Signore sarà salvato».

Al centro della professione di fede citata da Paolo nella sua lettera ai Romani domina l’evento storico e salvifico della Pasqua di Cristo. La fede nel Dio dell’alleanza, fedele alle sue promesse, è per il cristiano di ogni tempo fede nel «Signore» Gesù: invocando il suo nome, noi siamo salvati.

Paolo, all’inizio di questo brano, attinge dal Deuteronomio: «questa parola è molto vicina a te, è nella tua bocca e nel tuo cuore, perché tu la metta in pratica» (Dt 30,14).

Dio, con queste parole, annulla la distanza tra l’uomo e la Parola. Maria, madre della grazia, è il segno più alto della vicinanza della Parola, tanto vicina da diventare carne, quindi bocca e cuore.

Questa parola è la parola della fede, che Paolo, gli apostoli e i missionari annunciano. Chi crede e segue il Vangelo, crede e segue Cristo, è salvo, perché è con Cristo e in Cristo.

In lui si compiono le Scritture: Gesù è il Signore. in Lui la parola si fa carne e si rende concretamente vicina alla nostra vita; in Lui, nel suo cammino, nelle sue prove, nel suo servizio, nel suo dono sulla croce, Dio si rivela pienamente. Lui, Gesù, morto e risorto, è il centro vivo della nostra fede.

Chiediamo in questa Quaresima che Gesù, il Vivente, sia davvero il Signore della nostra vita, riempia il nostro cuore, sia il centro dei nostri pensieri, illumini le nostre scelte, ci aiuti a seguirlo sulla via della Croce, apra le nostre labbra all’annuncio: «Gesù è il Signore». Questa è la prima formula usata come “Credo” nella chiesa primitiva.

Paolo già lo aveva scritto ai Corinzi: «nessuno può dire Gesù è il Signore se non nello Spirito Santo» (1Cor 12,3). Solo chi è guidato dallo Spirito può proclamare che un condannato, uno sconfitto è il Salvatore del mondo. La professione di fede è proclamata con il cuore e con la bocca. Il cuore è l’adesione con la vita nuova portata dal Signore Gesù.

Domande:

  1. La mia fede è fondata sulla Roccia-Cristo?
  2. Mi vergogno di esprimere la mia fede? Se è così devo chiedermi il perché!

In questa quaresima impegnamoci a invocare il nome di Gesù Signore, sia per ringraziare che per invocare aiuto e misericordia.