La nostra vita è piena solo se viviamo in Cristo che, morendo per noi, ha fatto nuove tutte le cose, anche la nostra vita.

Poiché l’amore del Cristo ci spinge, al pensiero che uno è morto per tutti e quindi tutti sono morti. Ed egli è morto per tutti, perché quelli che vivono non vivano più per se stessi, ma per colui che è morto e risuscitato per loro. Cosicché ormai noi non conosciamo più nessuno secondo la carne; e anche se abbiamo conosciuto Cristo secondo la carne, ora non lo conosciamo più così. Quindi se uno è in Cristo, è una creatura nuova; le cose vecchie sono passate, ecco ne sono nate di nuove. (2 Cor 5,14-17).

Alcune versioni così dicono: «l’amore di Cristo ci spinge» oppure «l’amore di Cristo ci possiede» questo verbo “possiede” ha un più forte significato.

In queste affermazioni Paolo rivela quale sia la forza interiore che lo sostiene nel suo ministero di evangelizzazione che lo ha portato ad affrontare pericoli di ogni sorta, che gli ha dato il coraggio di predicare Gesù crocifisso. Anche dentro il nostro cuore possiamo sentire vere per noi le parole di Paolo: «l’amore di Cristo ci possiede».

Quale forza, infatti, sostiene la nostra fedeltà di credenti? Non è forse l’amore per Cristo? Ai Romani Paolo scrive: «l’amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato» (Rom 5,5).

Nel battesimo è stato posto in noi come un germe che può svilupparsi tanto, dipende da quanto collaboriamo con lo Spirito Santo che opera in noi che può trasformare il nostro cuore secondo «l’ampiezza la lunghezza l’altezza e la profondità» (ef 3,18) del cuore di Gesù morto per tutti e risorto per tutti; morto e risorto per me! Gesù ha offerto la sua vita per tutti.

Sul piano umano chi dona la vita per salvarne un’altra è considerato un eroe. Chi considera l’amore dell’altro più della sua stessa vita è mosso da un amore più grande, «nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici. Voi siete miei amici» (Gv 15,13).

Ciò che qualifica il cristiano, quindi anche noi monaci e monache, è la dedizione disinteressata al servizio della comunità e dei nostri fratelli fuori di queste mura, a imitazione di Gesù Cristo, che non è vissuto per se stesso, ma ha donato la sua vita per tutti.

Così, «se uno è in Cristo è una creatura nuova; le cose vecchie sono passate ecco ne sono sorte di nuove» (2 Cor 5,17).

Voglio ricordare che, se «l’amore di Dio ci possiede», «nulla anteponiamo all’amore di Cristo» (RB 4,21) assolutamente nulla (cfr. 72,11).

Chiediamo per intercessione di San Paolo, del Nostro Santo Padre Benedetto, questo amore forte e fedele, da cui già siamo posseduti per grazia gratuita.