Una figura, uno stile, una comunità in cammino
Ildefonsa Paluzzi Abbadessa
Madre Ildefonsa Paluzzi, nasce a Segni l’8 febbraio del 1952, entra come collegiale nel monastero San Giovanni Battista di Roma il 2 Gennaio 1958, inizia il suo percorso monastico come postulante il 28 marzo del 1965. In questo periodo conosce la Madre Ildegarde Petrucci. Nel 1968 il 13 Novembre fa la sua iniziazione monastica e prende il nome di Ildefonsa, per onorare la memoria di Ildefonso Schuster. Nel 1970, solennità del Sacro Cuore, emette la Professione Temporanea nelle mani della Madre Adalberta Toffanin e finalmente l’8 settembre del 1974, giorno caro alla Vita Consacrata: Natività di Maria Santissima, pronuncia i suoi voti Solenni. Svolge diversi uffici nella comunità, maestra elementare nella scuola del monastero e celleraria. Dal 22 Maggio del 1997 ad oggi è alla guida della comunità.
Nel momento in cui la Madre Ildefonsa prende sulle spalle la comunità ossia nel 1997, tutto diventa missione, in quanto tutto cambia. Le attività che la comunità porta avanti sono ancora diverse: la Scuola, Materna ed Elementare, la Fattoria, il laboratorio di maglieria, la manutenzione del giardino e della casa.
Nel giro di un decennio le cose cambiano, ci sono delle decisioni da prendere e la Madre Ildefonsa, vedendo la fatica che comporta il portare avanti la scuola, ormai sempre più in contrasto con le esigenze monastiche, sentito il parere della comunità decide di affidarla in gestione, nella speranza che la Provvidenza tracci la strada a chi consegnare questi locali perché prosegua l’attività scolastica. Ora negli stessi spazi sono impegnate due diverse scuole, che rispondono al bisogno del quartiere.
Niente è stato lasciato al caso, si è messo mano alla ristrutturazione di diversi locali. Gli antichi dormitori trasformati in foresteria, sono diventati un mezzo, sia per favorire le entrate sia come punto di ristoro per chi cerca silenzio e raccoglimento.
Tra i locali da prendere in esame vi era anche la fattoria che tanto bene aveva arrecato alla comunità, ma che al momento era diventata un peso; ora appartiene alla comunità di Nomadelfia, laici dediti all’educazione umana e cristiana. Nel 2002 al 2020 i locali adiacenti alla scuola, sono stati adibiti a laboratorio per intolleranti al glutine.
Altre opere di ristrutturazione sono state portate avanti dal 2011 al 2020 in tutta la casa. Alcuni locali sono stati del tutto trasformati, altri creati appositamente negli spazi ricavati dalla ristrutturazione. Lavoro impegnativo è stato il rifacimento della cappella e ambienti attigui che hanno assunto un aspetto di maggiore raccoglimento e bellezza. Le celle monastiche sono state rese più consone alle esigenze dei tempi. La cucina molto ampia è stata ridimensionata: nei nuovi spazi sono stati creati due refettori: uno per gli ospiti e l’altro per la comunità.
Finalmente nel 2019 si è messo mano al giardino con il rifacimento del vialone e dell’impianto idrico. È stato creato un orto moderno, dal quale le monache possono raccogliere i buoni frutti.
Pur presa dal molto lavoro l’attenzione della Madre non è mai venuta meno nei confronti delle monache, tutte le modifiche infatti tendevano a creare un clima più adatto al benessere spirituale delle sue figlie.
Se potevamo vedere con gioia l’opera di ristrutturazione degli ambienti portata avanti da Madre Ildefonsa, contemporaneamente si assottigliava il numero delle sorelle per l’età avanzata. Tuttavia la speranza di una ripresa non è venuta mai meno e si è concretizzata con la fondazione in Kenya che sta dando numerosi e buoni frutti.
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