dalla Madre Abbadessa
“Esultate di gioia, voi che eravate nella tristezza: saziatevi dell’abbondanza delle vostre consolazioni”. (Is. 66,10) Non è facile accogliere questo invito a rallegrarti, soprattutto in questi giorni che vorremmo definire “giorni di desolazione, giorni cattivi”. (Ef. 5,16)
La liturgia è incentrata sul simbolo della luce e questo può aiutarci a gettare luce sulle oscure scene che si addensano sul nostro capo e che potrebbero anche oscurare i nostri cuori .”Un tempo eravate tenebra, ora siete luce nel Signore. Comportatevi perciò come figli della luce”. (Ef. 5, 8)
Perché confidiamo tutti che certamente sorgerà un’alba nuova. “Non partecipate alle opere delle tenebre” ci esorta e ci ammonisce Paolo, perché nella chiesa antica questo linguaggio era ed è ancora oggi, linguaggio battesimale.
Il battesimo infatti ci trasforma in figli della luce. Siamo chiamati a vivere come “figli della luce”, perché Cristo risorto e vivo per sempre ci rende partecipe della sua “Luce”. Battesimale e anche il racconto del cieco nato, la sua guarigione.
Il miracolo è compiuto nel giorno di sabato per farci capire che Gesù compie la nuova creazione; Dio si riposa nel settimo giorno e suo figlio compie l’opera del Padre.
I gesti di Gesù lo rivelano: “Fece del fango e lo plasmo’ sugli occhi del cieco”.
Ripensiamo a Gn2: Gesù imita il gesto di Dio creatore! … Ma c’è una parola nuova: ”va a lavarti nella piscina di Siloe” (Inviato) Gesù è l’Inviato dal Padre, è quell’acqua che purifica.
Il cieco obbedisce alla Parola di Gesù, l’obbedienza rende questo cieco simile a Gesù, in comunione con Gesù, così come Gesù agisce in comunione col Padre.
Oggi abbiamo bisogno di essere guariti in modo speciale nell’anima e nel corpo. La “vera” guarigione di cui abbiamo bisogno è quella del cuore per vedere come vede Dio che ci vede con il suo cuore
Come figli della luce vedremo ogni cosa nella luce stessa del cuore di Dio! Non solo quando chiuderemo gli occhi a questa vita, fin d’ora possiamo vedere come Dio ci vede, con il suo cuore.
Gesù passa nella nostra vita anche con il dolore, ma perché sia manifesta la gloria di Dio. (Come sentiremo la prossima domenica con la resurrezione di Lazzaro.)
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