Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corìnzi (1Cor 12,4-11)

Fratelli, vi sono diversi carismi, ma uno solo è lo Spirito; vi sono diversi ministeri, ma uno solo è il Signore; vi sono diverse attività, ma uno solo è Dio, che opera tutto in tutti. A ciascuno è data una manifestazione particolare dello Spirito per il bene comune: a uno infatti, per mezzo dello Spirito, viene dato il linguaggio di sapienza; a un altro invece, dallo stesso Spirito, il linguaggio di conoscenza; a uno, nello stesso Spirito, la fede; a un altro, nell’unico Spirito, il dono delle guarigioni; a uno il potere dei miracoli; a un altro il dono della profezia; a un altro il dono di discernere gli spiriti; a un altro la varietà delle lingue; a un altro l’interpretazione delle lingue.

Ma tutte queste cose le opera l’unico e medesimo Spirito, distribuendole a ciascuno come vuole.

Paolo parla di carismi. Che cos’è il carisma? Possiamo dire che si tratta di un dono gratuito, quindi un regalo gratis. Doni che lo Spirito offre a profusione e gratuitamente. Il catechismo enumera e descrive i sette doni dello Spirito, ma lo Spirito non si può rinchiudere in numeri o in confini.

Lo Spirito è libertà, non è imprigionabile. «Soffia dove vuole e non sai da dove viene e dove va» (Gv 3,8). Lo Spirito agisce interiormente non con segni straordinari e clamorosi, ma introduce lo “straordinario” nella nostra vita quotidiana.

Perché Paolo parlava così dei carismi? Nella comunità di Corinto c’era tanta confusione proprio a causa dei carismi, in contrasto alla loro funzione di creare unità e pace. Invece, tra loro suscitano gelosia, invidia, competizione e dissensi. In particolare il dono delle lingue provocava confusione, momenti di esaltazione, preghiera di estasi, reale o presunta. Chi non riusciva a pregare così, si sentiva inferiore agli altri, da qui i dissensi.

Paolo interviene e delinea i principi che devono orientare i carismi e i ministeri. Tutto deve essere a servizio della comunità a cui si appartiene. Ogni dono proviene dallo stesso Spirito di Dio per l’utilità comune, perché è lo Spirito che edifica la Chiesa, corpo di Cristo.

La diversità di carismi permette alla comunità di essere ben ordinata, forte nello Spirito, non in base ai privilegi, ma in base all’amore, alla carità che deve circolare tra noi, all’utilità della vita comune, oggi come allora. Tutti i doni provengono dallo stesso Spirito e Padre e sono dati per favorire l’unione, la carità che è al di sopra di tutto.

Dobbiamo mettere da parte in questo caso il possesso o la competizione. Ricordiamo che Gesù lascia libero il cuore dell’uomo all’accoglienza della Sua parola, gli permette addirittura di rifiutarla, ma quella parola lavora nell’intimo, quel figlio che subito si ribella all’ordine paterno, ma poi si ricrede e compie quanto il padre gli aveva chiesto (Mt 21, 28-32). Non cediamo alla tentazione che il dono che ci è stato fatto venga subito accolto dai fratelli, ma consegnamolo nelle mani del Padre, riconosciamo la gratuità del suo dono e lasciamo che sia Lui ad agire nel cuore di ciascuno.

Preghiamo per questo:

O Santa Trinità, Padre, Figlio e Spirito Santo, tu elargisci a piene mani i tuoi doni gratuitamente. Insegnaci a riconoscerli con umiltà. Rendici strumenti umili per la comunione degli spiriti dei nostri fratelli e delle nostre sorelle. Niente e nessuno provochi divisione. Tutti siano per l’unità e per la pace: questa è la tua volontà. Amen