Dalla lettera agli Ebrei
Fratelli, quel Gesù, che fu fatto di poco inferiore agli angeli, lo vediamo coronato di gloria e di onore a causa della morte che ha sofferto, perché per la grazia di Dio egli provasse la morte a vantaggio di tutti. Conveniva infatti che Dio – per il quale e mediante il quale esistono tutte le cose, lui che conduce molti figli alla gloria – rendesse perfetto per mezzo delle sofferenze il capo che guida alla salvezza. Infatti, colui che santifica e coloro che sono santificati provengono tutti da una stessa origine; per questo non si vergogna di chiamarli fratelli. (Eb 2,9-11)
Questa domenica inizia la lettera agli Ebrei che la liturgia porterà avanti fino al termine dell’anno liturgico in corso. I primi due capitoli presentano alcuni aspetti della persona di Gesù. L’autore di questa lettera afferma nel primo capitolo la superiorità di Gesù rispetto a tutte le creature, compresi gli Angeli. A questo punto l’autore risponde ad una domanda: Gesù elevato così in alto rispetto a noi, non sarà troppo lontano dalle nostre esperienze umane?
No, Gesù si è calato in tutto nella nostra umanità, vi è entrato completamente, Dio è uomo nella sua completezza, eccetto il peccato.
È il nostro Redentore, Figlio di Dio e Figlio dell’uomo, in quanto nato da una donna, Maria, per opera dello Spirito Santo, per questo professiamo «disceso dal cielo» e asceso «coronato di gloria e di onore a causa della morte che ha sofferto».
Nonostante il rifiuto dell’uomo, il ripudio della Sua Parola, l’incredulità, l’indifferenza dell’uomo e delle donne di ogni epoca, Dio non si è stancato e non perde la Sua fiducia nei nostri confronti.
Attende alla soglia della porta, «come a un Padre», come «il Padre» attende e va incontro a ogni figlio che vede avanzare verso di Lui per abbracciarlo e rivestirlo per la festa eterna.
Questo è il Signore della Gloria. È Colui che «In principio era il Verbo, […] e il Verbo era Dio. […] In lui era la vita e la vita era la luce degli uomini; la luce splende nelle tenebre e le tenebre non l’hanno vinta. […] Venne fra i suoi, e i suoi non lo hanno accolto. A quanti però lo hanno accolto ha dato potere di diventare figli di Dio […]. Dalla sua pienezza noi tutti abbiamo ricevuto: grazia su grazia». (Gv 1, 1-5; 12; 16)
Signore Gesù,
la stretta comunione con il Padre ti ha condotto ad accettare di bere il calice dell’inaudita sofferenza in croce. Ivi inchiodato hai gridato: «Dio mio, Dio mio perché mi hai abbandonato» e «nelle tue mani affido il mio spirito» e ancora «tutto è compiuto».
Hai compiuto fino in fondo la tua missione e hai condotto molti figli alla gloria. Ci hai resi fratelli.
Possiamo guardare a una meta di santità dove tu ci hai preceduti nella gloria.
Ciò avvenga secondo quanto hai disposto nella tua infinita misericordia. Amen
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