Paolo ci richiama alla vigilanza perché il procedere verso la vita sia dettato dalla carità, illuminato dalla saggezza, perché il tempo non vada sprecato ma ogni situazione deve essere affrontata con discernimento per piacere a Dio e vivere nella verità di fronte a Dio e a se stessi.
Fratelli, fate molta attenzione al vostro modo di vivere, comportandovi non da stolti ma da saggi, facendo buon uso del tempo, perché i giorni sono cattivi. Non siate perciò sconsiderati, ma sappiate comprendere qual è la volontà del Signore. E non ubriacatevi di vino, che fa perdere il controllo di sé; siate invece ricolmi dello Spirito, intrattenendovi fra voi con salmi, inni, canti ispirati, cantando e inneggiando al Signore con il vostro cuore, rendendo continuamente grazie per ogni cosa a Dio Padre, nel nome del Signore nostro Gesù Cristo. (Ef 5,15-20)
La lettera di Paolo agli Efesini appare come un insieme di consigli ed esortazioni di un padre a dei figli che vuole siano innamorati di Dio che li ha chiamati alla santità, a «essere santi e immacolati di fronte a lui nella carità» (Ef 1,4).
La parola di Dio è sempre attuale anche a noi cristiani di oggi, Paolo vuole ricordare la nostra vocazione di vivere per Cristo che ci ama e per questo ci ha resi eredi della sua gloria. «Vado a prepararvi un posto perché siate anche voi dove sono io» (Gv 14,22) «E la dimora di questo Regno, se vogliamo abitare in essa, la possiamo raggiungere soltanto se procediamo correndo con le buone azioni» (Prologo, Regola di San Benedetto, verso 22). Cristo ci precede, ma non ci lascia soli qui. Non possiamo vivere dimentichi di questa presenza divina.
Paolo ci richiama alla vigilanza perché il procedere verso la vita sia dettato dalla carità, illuminato dalla saggezza, perché il tempo non vada sprecato ma ogni situazione deve essere affrontata con discernimento per piacere a Dio e vivere nella verità di fronte a Dio e a se stessi. Il tempo è a nostro servizio per mettere a tesoro quello che di bello Dio mi chiede «dobbiamo infatti aderire in ogni momento alla sua volontà valendosi dei beni che lui stesso ha posto in noi» (Prologo, Regola di San Benedetto, verso 6).
La saggezza è una virtù che porta alla vigilanza evangelica che, come un timone, direziona gli atti della nostra vita, anche i più semplici, come possono essere il mangiare il bere. Paolo contrappone l’ebbrezza che può dare il vino a quella che viene dallo Spirito. C’è l’ebbrezza che oscura e confonde e ce n’è una che riempie il cuore e la mente di Sapienza, è questa pienezza di Spirito Santo che ci raccoglie in unità per cantare e lodare Dio con la stessa preghiera dettata dallo Spirito.
Dirci reciprocamente le parole di Dio, farne la nostra lode insieme, è una grande grazia nel cammino spirituale, per discernere e imparare la Sapienza!
Domande per la riflessione
- cosa significa per me vivere da donna o da uomo saggio?
- ho mai sentito in me l’ebbrezza dello spirito che mi porta a lodare e ringraziare il Signore?
- Cos’è per me fare la volontà di Dio, so fare discernimento?
- E una volta conosciuta la volontà di Dio passo all’azione?
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