Vigiliamo sul nostro comportamento e linguaggio per custodire il tesoro della nostra vocazione cristiana e monastica, insieme alla vocazione custodiamo la nostra comunità. La battaglia spirituale fa parte della nostra vita spirituale come per ogni vero cristiano.

Fratelli, vi dico dunque e vi scongiuro nel Signore: non comportatevi più come i pagani con i loro vani pensieri. Voi non così avete imparato a conoscere il Cristo, se davvero gli avete dato ascolto e se in lui siete stati istruiti, secondo la verità che è in Gesù, ad abbandonare, con la sua condotta di prima, l’uomo vecchio che si corrompe seguendo le passioni ingannevoli, a rinnovarvi nello spirito della vostra mente e a rivestire l’uomo nuovo, creato secondo Dio nella giustizia e nella vera santità.

(Ef 4,17.20-24)

Tutta la lettera indirizzata alla comunità cristiana di Efeso è scritta mentre Paolo è in catene a Roma nell’anno 62 d.C.

Gli Efesini, pagani convertiti, sono esortati da Paolo a non tornare, con il loro agire, a vivere come gente non evangelizzata, preoccupata dalle vanità mondane. Anche noi fratelli e sorelle, approfondiamo la conoscenza del Signore e di tutto il suo mistero di salvezza per progredire nella santità, nella preghiera e nell’amore del Signore. Vigiliamo sul nostro comportamento e linguaggio per custodire il tesoro della nostra vocazione cristiana e monastica, insieme alla vocazione custodiamo la nostra comunità.

La battaglia spirituale fa parte della nostra vita spirituale come per ogni vero cristiano.

Non lasciamoci prendere dalla paura della fatica perché la via della vita è stretta «ma con l’avanzare della vita monastica e nella fede si dilata il cuore e con indicibile dolcezza d’amore si corre sulla via dei comandamenti di Dio» (Regola, prologo, v. 49).

È questa dilatazione del cuore nell’amore la ricompensa della nostra fatica con la vittoria riportata contro le insidie del nemico. Durante il cammino, trasformato poi in corsa dettata dall’amore, ci si spoglia dell’abito vecchio legato ai piaceri del mondo, per rivestirsi dell’abito nuovo» che si rinnova giorno dopo giorno. Nel Battesimo, in noi è già avvenuta questa trasformazione radicale, ma non per opera nostra, lo Spirito ci ha aperto il cuore e ci ha offerto occasioni per attirarci a sé svelandoci il suo amore di Padre e Maestro per condurci alla Verità. Certo è più facile lasciarsi attirare dalle vanità del mondo, ma quando hai conosciuto l’amore infinito e appassionato di Dio, ti accorgi che è impossibile fare passi indietro per ritornare ai piaceri mondani. Cristo dona una vita piena e duratura, per la vita eterna! Una vita eterna che ha il suo inizio ora e ti prepara ad entrare nella gioia senza fine. Nel cammino siamo illuminati per procedere dietro la luce vera. La Luce che non inganna e non promette menzogne: è Cristo che ti indica la via, la verità e la vita.

«Io sono la via, la verità, la vita» Gv 14,6.

Imparare Cristo è incarnare i suoi valori e i suoi insegnamenti. Cristo è la parola, Cristo è la via. Rigenerati dallo Spirito, nutriti di Cristo nell’Eucaristia, istruiti dalla sua vita in comunione con Lui. Per imparare Cristo: «Ascolta, o figlio, gli insegnamenti del tuo Maestro…», così esordisce il Prologo della Regola.

Domande per la riflessione personale:

  • Il Vangelo ha una risonanza nella mia vita spirituale?
  • Cambia il mio modo di pensare e di guardare la realtà?
  • Gesù, Maestro mi libera il cuore da tanti disordini e voci per imparare Lui, via, verità e vita?
  • Ci facciamo sorprendere da Gesù che ci ama, ci parla, ci insegna?
  • «Occorre sempre partire da Cristo… continuando a seguirlo fedelmente, a poco a poco non siamo più noi a vivere, ma Egli in noi» (A.M.C.)