Il nostro Santo Padre Benedetto era fortemente convinto della grazia della figliolanza divina. È desiderabile che anche i suoi monaci e monache vivessero appieno questa appartenenza a un Dio che è padre.
Figlio mio, se tu accoglierai le mie parole e custodirai in te i miei precetti, tendendo il tuo orecchio alla sapienza, inclinando il tuo cuore alla prudenza, se appunto invocherai l’intelligenza e rivolgerai la tua voce alla prudenza, se la ricercherai come l’argento e per averla scaverai come per i tesori, allora comprenderai il timore del Signore e troverai la conoscenza di Dio, perché il Signore dà la sapienza, dalla sua bocca escono scienza e prudenza. Egli riserva ai giusti il successo, è scudo a coloro che agiscono con rettitudine, vegliando sui sentieri della giustizia e proteggendo le vie dei suoi fedeli. Allora comprenderai l’equità e la giustizia, la rettitudine e tutte le vie del bene, perché la sapienza entrerà nel tuo cuore e la scienza delizierà il tuo animo. (Prov. 2,1-10)
Una domanda: come si riceve la Sapienza?
La parola di Dio, tratta dai Proverbi, indica una serie di verità da sottolineare, per aiutarci a vivere alla presenza del buon Dio che ci addita le modalità di vivere con Sapienza.
Il nostro Santo Padre Benedetto era fortemente convinto della grazia della figliolanza divina. È desiderabile che anche i suoi monaci e monache vivessero appieno questa appartenenza a un Dio che è padre.
Ritorniamo alla nostra domanda: come ricevere la Sapienza? Prima di ricevere si chiede, Dio non nega il suo Spirito!
La Sapienza si accoglie e si custodisce, come un’entità preziosa, per questo è necessario «tendere l’orecchio», direi meglio «sfinare» l’udito spirituale, (quello del cuore) inclinare il cuore e poi ancora, non bastasse, essa, la Sapienza, si deve invocare, chiamare, ricevere e per essa bisogna scavare.
Il padre e il maestro, con questa «istruzione» consegna al figlio-discepolo la propria intelligenza delle Scritture d’Israele.
La parola di Dio ci consente di camminare nelle vie del Signore e portare frutto. La memoria delle scritture è un antidoto all’indurimento del cuore e al dilagare del peccato.
Custodire la parola ci consente di tenere pura la nostra via; lasciare che l’ascolto divenga attenzione verso se stessi e verso gli altri.
La Sapienza va invocata! Ma qual è il nome della Sapienza?
Il suo nome è Cristo, verbo di Dio fatto carne, è lui che dobbiamo invocare e a cui aderire con tutto il cuore.
I tesori della Sapienza sono nascosti in lui. Nel Cristo troviamo una perfetta conoscenza del mistero di Dio.
«Benedetto, di nome di grazia» ha ricevuto questa Sapienza, «desiderando piacere solo a Dio, ricercò la comunione con Lui».
Nello speco apprese La Sapienza di Dio, che divenne il principio interiore che guidò il suo percorso verso le vie di Dio.
Trasformato dalla Sapienza incarnata, Cristo, non ebbe dubbi nella redazione della sua Regola ad additare ai suoi discepoli con decisione, convinzione, Cristo, luce del mondo, luce che vince ogni tenebra del male, Cristo, vita dell’anima che cerca l’autentica sapienza!
San Benedetto intercedi per noi e per tutta l’Europa!
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